Social politici e non


Ieri c'è stato un simpatico siparietto tra l'attore Alessandro Gassman e il sottosegretario ai Beni e Attività Culturali Barracciu. Punzecchiata da un tweet di Gassman, la Barracciu a risposto piccata e sgrammaticata. La querelle non è passata inosservata e oggi era sulle pagine online dei quotidiani. Perché?

Mah, non saprei rispondere. Di social-battibecchi il mondo è pieno. In genere uno vince (Gassman in questo caso, che sembra aver aumentato il numero di follower) e uno perde. La notizia forse è che uno dei due soggetti in causa è un politico che ha pensato male di rispondere di getto. E la fretta è una cattiva consigliera anche quando si lavora con uno strumento di comunicazione veloce, come sanno bene i social manager.

Ci sono politici che usano i media bene e altri che li usano male. La differenza è tutta qui: Kennedy divenne presidente grazie al dibattito tv con(tro) Nixon perché convinse gli americani con a sua parlantina, il bell'aspetto e una preparazione puntigliosa. Alcuni politici hanno nello staff esperti di comunicazione online, altri considerano queste cose come "scemenze che anche mio nipote di 10 anni saprebbe fare" e ridono se gli proponi servizi a pagamento di questo tipo.

Questa storia dovrebbe aiutare a capire quanto sia complicato relazionarsi con altri sui vari mezzi di comunicazione. Invece di metterci in cattedra e pontificare.

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