Alla fine ci siamo andati, Babbo Natale ha fatto il buono, la sorte pure, e abbiamo passato 4 splendidi giorni a Parigi.
Prenotare in Internet è una figata, alla faccia di quei gufi che parlano solo di viaggi sòle e truffe on-line. In 5 minuti abbiamo preso i biglietti del treno (con TGV- Europe pagamento con carta di credito e due giorni dopo mi sono arrivati i biglietti fisici via posta) e prenotato l'albergo (con Venere e anche qui devo dire che è un servizio splendido, abbiamo trovato un hotel pulito e comodissimo al metrò, il Terminus d'Orleans), abbiamo scoperto la Paris Visite per viaggiare coi mezzi pubblici e la Carta Musei, un po' cara ma non abbiamo fatto praticamente code.
Partenza il primo gennaio, viaggiamo con una famigliola milanese: padre medico che studia malattie improbabili, madre scazzata-style, figlioletto che chiede "siamo arrivati?" da Porta Susa a intervalli regolari di 10 minuti e figlia in piena crisi preadolescenziale da rifiuto del mondo circostante.
Arrivati scopriamo una Parigi freddissima e ventosa, posiamo le borse in albergo e corriamo qui
a Montmartre, il luogo più romantico e gelido di tutta Parigi.
Il giorno dopo Parigi ci regala una bella sorpresa
ma non abbiamo tempo per la neve: la nostra metà è il Louvre che rimane oggi aperto fino alle 22. L'abbiamo girato tutto, ma è stato un vero tour de force che ci ha lasciato stremati.
E poi, diciamolo: tutte quelle opere ammassate una dopo l'altra è un delirio, non riesci a godertele: uff, un'altro Leonardo. Ma ancora un Delacroix? Vabbè, dai, è la Venere di Milo, due foto e via... Non puoi ragionarci sopra, ammirarle.
Fantastica la scena della famigliotta in vacanza: folla davanti alla Nike di Samotracia, la sciura che dice al marito: "A me sta statua senza braccia e senza testa fa un po' impressione. Però la fotografano tutti, dai, scatta anche tu che poi a casa cerchiamo di capire cos'è". E lui: "Ignorante, è la Nike, fatta per festeggiare la vittoria dei greci sui romani". Da ridere per non piangere.
Due foto al Louvre by night, poi cenetta squisita al Pied de Cochon con zampino di maiale, sotto consiglio del Dottore.
Il terzo giorno visitiamo Les Invalides e la tomba di Napoleone poi di corsa al Musèe d'Orsay, per un tuffo nell'impressionismo.
Ce la prendiamo con calma, scopriamo dipinti bellissimi e sconosciuti, ammiriamo i Monet, i Van Gogh, i Renoir. All'uscita andiamo verso gli Champs-Elysées: La Tour Eiffel al tramonto ci regala uno scorcio spettacolare.
Penultimo giorno, abbiamo ancora mille cose da vedere. Ci dirigiamo a Notre Dame, una breve sosta per fare colazione e mangiare finalmente una crepe, poi via ancora verso la Conciergerie e la Saint Chapelle: 45 minuti di coda (accidenti ai musei gratuiti) passati con due simpatiche romane che erano convinte di fare la coda per Notre Dame.
Fa freddissimo, ma i runner francesi di fanno rimpiangere di aver lasciato le scarpe da ginnastica a casa.
E poi tocca a lei, la Tour Eiffel. Per chi come me ha paura degli ascensori e soffre di vertigini non è proprio il massimo, ma tra crisi di panico riesco a salire fino in cima. Ultima cena in zona Bastiglia, di corsa in albergo. Il giorno la sveglia è puntata prestissimo, alle 7,40 abbiamo il treno. Parigi ci saluta con un fastidioso nevischio, au revoir Paris!
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Taylor Wong
Architecture Designer
The Japanese call it Hanakotoba, and King Charles II brought it to Sweden from Persia in the 17th century. Read More
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che posto orrendo... neanche una donna nuda o sexy shop?
RispondiEliminaCi sono le francesi. E c'è Carla Bruni. Ho visto una fantastica vignetta con un Sarkozy poppante portato in carrozzina dalla tiratissima Carlà :)
RispondiElimina