Riflessioni di scrittura social

Un bell'articolo apparso su Wired sulla scrittura sui social network (che poi sarebbe pure una parte di quello che faccio per lavoro e no, non significa stare tutto il giorno a cazzeggiare su FB) mi ha dato un paio di spunti di riflessione.

Il fatto di essere connessi non implica la subitaneità della risposta
Vero. Vallo a dire a quei clienti che ti scrivono email di domenica, di sera, il 15 di agosto "tanto tu le leggi le mail, vero?". No, non dovrei leggerle. Ma sono scema e le leggo. E le valuto: se non è urgente perché dovrei risponderti alle undici di sera?

Secondo: la nostra vita è tutta una lettura.
Noi leggiamo sempre, leggiamo continuamente. Non facciamo altro che leggere il mondo e la cosiddetta realtà. Anche quando ci sembra di scrivere ormai meccanicamente, lo facciamo solo dopo aver letto qualcuno o qualcosa, spesso immediatamente dopo. In fondo, se ci pensi, anche quando postiamo una foto di Instagram abbiamo già alle spalle una lettura, un’inquadratura più o meno critica di una porzione di mondo
Anche questo è vero: siamo subissati da informazioni e il nostro apprendimento deve essere sempre più rapido. Cambiano le tecnologie, i mezzi di informazione, il modo di comunicare e bisogna stare aggiornati su tutto. I nostri tweet sono già vecchi quando li pubblichiamo. Alla faccia della slow life, siamo un popolo di corridori.

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